Cari amici di Marginalia, 

spero di trovarvi bene. 

È la vigilia di Pasqua, la ricorrenza cristiana più importante, perché il suo significato è quello della resurrezione a una nuova vita. 

Per tale ragione questa festività deve coincidere con il momento migliore dell’anno, quando il cielo splende più forte, nella notte tra il sabato santo e la domenica, all’inizio della primavera. Simboli metereologici, sentimentali e religiosi si stringono in forte connessione, e fondano la radice di racconti infiniti che si inseguono ad ogni latitudine e ritornano in mille culture. Ora, per noi che ci troviamo in questo lembo settentrionale della Toscana, la ricorrenza di Pasqua fa sempre pensare a un evento, una manifestazione, che per quest’anno non si terrà: lo Scoppio del Carro.

Cosa accade normalmente in questa occasione: la mattina della domenica di Pasqua, verso le 11, a Firenze in Piazza Duomo un carro trainato da buoi viene collocato tra la porta est del Battistero (la Porta del Paradiso) e l’ingresso principale della Cattedrale. Il carro, chiamato con antica voce Brindellone, è coronato da un sistema di elementi pirotecnici, a cui un particolare meccanismo darà l’innesco. Un lunghissimo filo metallico, infatti, collega il carro all’altare del Duomo, dal quale un razzo in forma di colomba (ovvio simbolo pasquale) detto colombina, parte al segnale convenuto per raggiungere il Brindellone, accenderne i fuochi e ritornare al punto di partenza. 

Lo scoppio e i fuochi sono il grande simbolo augurale della festa. 

Ma cos’è questo fuoco? Non è soltanto gioia istintiva ed infantile che incanta gli occhi, perché il fuoco è la luce viva della veglia. 

Va detto infatti che il vero momento della Pasqua è il tempo che precede l’alba, perché la Resurrezione avviene dopo la veglia del sabato santo, all’alba di una domenica nel cui cielo splende la luna più grande e luminosa dell’anno. 

Il fuoco evocato a Firenze è il fuoco della veglia del sabato santo che gli antichi cristiani tenevano acceso durante la notte nell’attesa del compimento del mistero sacro. 

Quando si concluse la Prima Crociata, nell’anno 1099, la leggenda unita alla storia narra che il primo cavaliere a scalare le mura di Gerusalemme al seguito di Goffredo di Buglione fosse il fiorentino Pazzino de’Pazzi, il quale ricevette in riconoscimento della sua prodezza le pietre focaie per accendere il sacro fuoco della veglia. 

L’impresa della liberazione di Gerusalemme, non a caso, avvenne nel giorno del Sabato Santo (anche se qui la leggenda prevarica la storia).

Fu quello il primo fuoco acceso in vista anche della resurrezione della civiltà cristiana, e voi capite che le pietre focaie sono giunte al seguito del Pazzi proprio a Firenze, custodite poi nelle chiese dove maggiore era il patronato di questa prestigiosa famiglia, nei pressi del Mercato Nuovo (dove oggi è il Porcellino, per intendersi). Ancora oggi, tali reliquie pasquali si conservano in una cappella laterale nella millenaria Basilica dei Santi Apostoli, ricordando che sin dalla fine del Medioevo la Famiglia Pazzi celebrava la Pasqua assieme ai suoi concittadini accendendo il sacro fuoco della veglia del sabato grazie alle pietre dei luoghi santi. Fino al 1859, quando l’ultimo rappresentante di questa famiglia, che fu prima amica e poi avversaria dei Medici, dopo la processione cittadina, inaugurò i fuochi del carro, pensate che la manifestazione si teneva di notte, a moltiplicare le valenza simboliche e scenografiche dell’evento. 

Per rendere più agevole la partecipazione a tante persone che si spostavano dal contado, in tempi moderni si è poi deciso di spostare l’evento dello scoppio alla domenica mattina. 

Detto questo, la festa in piazza domattina non si terrà, ma il racconto che abbiamo voluto rielaborare qui ci auguriamo possa tenere viva, grazie all’immaginazione e al piacere del racconto, la speranza (viva come una fiamma, sentimentale o religiosa a seconda delle vostre scelte) per un ritorno molto rapido alle nostre abitudini migliori:  tra queste, la capacità di stare insieme, e celebrare e raccontare la bellezza della nostra storia. 

Vi auguro buona Pasqua,

Con affetto

Marco Villani

Associazione Culturale Marginalia

366 4475991 – 329 3075760
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