LABORATORIO DI RESTAURO Opificio delle Pietre dure di Firenze, apertura straordinaria .

05 APRILE 2025 ore 11:30

Sarà un tuffo nella magia della storia e dell’arte, grazie alle spiegazioni dei maestri restauratori dell’Opificio delle Pietre dure. Ci racconteranno come avvengono i restauri di grandi dipinti, sculture e altro. Ovviamente non mancheremo di raccontarvi com nasce l‘Opificio e cosa è il Commesso Fiorentino.

POSTI DISPONIBILI: LIMITATI

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 29,00 a persona per i nostri soci

LA QUOTA COMPRENDE: l’apertura straordinaria del laboratorio di restauro per il solo nostro gruppo

la visita guidata da parte dei restauratori e le radio con auricolari per l’ascolto

RITROVO IN VIA DEGLI ALFANI N. 78, DOVE HA SEDE ANCHE IL MUSEO: ORE 10:20

DURATA DELLA VISITA: un’ora e quaranta ca

PRENOTAZIONI APERTE

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Alcune delle opere restaurate dal centro di restauro

un po’ di storia: tratta dal web Firenze Musei https://www.firenzemuseistore.com/museo-dellopificio-delle-pietre-dure/

l Museo annesso all’Opificio delle Pietre Dure, oggi centro specializzato nel restauro, è diretta filiazione della Manifattura di corte, ufficialmente fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici, dove avveniva la lavorazione delle pietre dure.
La fisionomia del Museo, fondato nel 1882, non corrisponde ad una precisa volontà collezionistica, ma è piuttosto riflesso della vita e delle vicende della secolare attività produttiva. Le creazioni più prestigiose, oggetto sovente di dono da parte dei granduchi fiorentini, sono conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa, mentre nei laboratori di produzione del museo sono rimaste opere incompiute, o risultato di modifiche e smontaggi successivi, e quanto è sopravvissuto alle dispersioni ottocentesche. La raccolta, che comprende esemplari di grande suggestione e raffinatezza, è comunque sufficiente a delineare il percorso storico della manifattura che si snoda attraverso tre secoli. Resta inoltre un’importante riserva di marmi antichi e di pietre dure.
Il Museo è stato ristrutturato, su progetto di Adolfo Natalini, nel 1995. Il riordino della raccolta, curato da Anna Maria Giusti, segue un criterio tematico: nelle sale ricavate dal salone sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo postunitario. Il piano rialzato del salone è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. Si può in tal modo ripercorrere il processo completo, dall’ideazione all’opera finita, e scoprire i meccanismi più intimi di un affascinante episodio della storia artistica fiorentina.

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