L’Associazione culturale Marginalia, organizza due giorni a Napoli

per un week end davvero speciale Data da stabilire

Visiteremo la bella mostra di Canova al Museo archeologico

Il Castel dell’Ovo e la Napoli verace piena di suoni colori e persone.

Faremo anche un’ interessante passeggiata notturna.

Viaggeremo con il Freccia rossa e alloggeremo in centro.

Il percorso sarà condotto dal nostro socio e collega, lo storico dell’arte

Marco Villani.

Presto tutti i dettagli

Quota di partecipazione € 245,00 a persona e comprende:

viaggio in treno A/R Freccia Rossa con partenza da Firenze Stazione di Santa Maria Novella

pernottamento cena e prima colazione in Hotel 4 stelle nel centro di Napoli

tassa di soggiorno

Prenotazioni e ingressi ai Musei

servizio guida per due giorni a cura dello storico dell’arte Marco Villani

auricolari per migliore ascolto

Supplemento singola € 35,00

Tutto quanto non inserito nella voce comprende, non è da considerarsi nella quota di partecipazione.

Da pagare in loco servizio pullman per spostamento alla Certosa e altri luoghi non raggiungibili con facilità a piedi

Sono aperte le iscrizioni 

inviando una mail o scrivendo ai nostri contatti

Informazioni e Prenotazioni ai nostri contatti sotto riportati

visiteguidate@associazionemarginalia.org 

iniziative@associazionemarginalia.org

tel 366 4475991 – 329 3075760

Antonio Canova a Napoli(grazia e perfezione in mostra al Museo Archeologico)

Antonio Canova (1757-1822) è stato l’ultimo genio della scultura in marmo della storia italiana. Lo precedono, lungo una tradizione secolare, il Bernini, Michelangelo, Desiderio da Settignano, Giovanni Pisano. Al di là dell’esempio di questi grandi, per il veneto Canova la bellezza suprema, la sola in grado di mostrare l’aspetto degli dei e di dialogare con Dio, fu però una conquista dei soli greci antichi. Lasciata la nativa Possagno (Treviso) si stabilì a Roma, dove attraverso le copie di epoca imperiale (ed è questo un piccolo paradosso) apprese la perfezione e la grazia della scultura greca. Questi due termini, grazia e perfezione, diventano la prassi e l’essenza del suo lavoro: partendo da bozzetti in pittura o in terracotta, egli plasmava modelli in gesso (alcuni sono presenti nella mostra), a partire dai quali poi si dedicava al lavoro sui marmi. L’ultimo esito della sua arte è quindi la statua di marmo, portato ad un grado di raffinamento e finitura estremi. La perfezione esecutiva, la morbidezza delle superfici data da un lavoro infaticabile di levigatura, la grazia impareggiabile delle forme che sono sua invenzione (e mai copie di altro già esistente) sono l’ultima testimonianza della bellezza ideale nell’arte italiana, un attimo prima dell’inizio della nostra modernità. 
La mostra allestita al Museo Archeologico di Napoli è l’occasione per ammirare marmi canoviani provenienti da prestigiose istituzioni. Su tutte, l’Ermitage di San Pietroburgo, che presta a Napoli capolavori come Le Tre Grazie, la Ebe, Amore e Psiche, la Danzatrice. Da Genova, la Maddalena penitente, raro soggetto sacro trattato da questo artista votato al mito degli antichi. Canova amò Napoli come patria dell’antico, egli acque negli anni delle scoperte delle città sepolte di Pompei ed Ercolano. Il Museo Archeologico, tra i marmi delle collezioni Farnese, i bronzi di Ercolano, le pitture pompeiane, ospita l’arte di Canova come prosecuzione e persitenza di quel mondo lontano. 

(Marco Villani)

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