LE VIE di DONATELLO, trekking urbano a Firenze, per conoscere un grande artista.
Le vie di DONATELLO, trekking urbano con l’Associazione Marginalia per conoscere un grande artista
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La vita di Donatello e le sue opere aprono una nuova prospettiva per l’arte. Il grande maestro attraversa tutto il Quattrocento accompagnandosi ai suoi esordi con gli altri inventori dell’umanesimo e del rinascimento: Masaccio, Brunelleschi, Ghiberti, Nanni dì Banco. Le figure della scultura con Donatello diventano pienamente umane ed agiscono nello spazio umano. Partendo dalla statua a lui dedicata nell’ottocento nel Loggiato degli Uffizi. ripercorriamo lo spettacolare tracciato urbano fiorentino che ci racconta della sua vita e delle sue opere.
Vi aspettiamo!
RITROVO per il trekking urbano, “Le vie di Donatello”: ORE 16,15 davanti alla statua di Donatello agli UFFIZI vedi foto
Il percorso sarà guidato dall’esperto d’arte Marco Villani.
Un’interessante passeggiata che ci introdurrà alla vita e l’arte del grande “Maestro” e alla mostra a lui dedicata
Quota di partecipazione € 11,00 a persona. Comprende noleggio radio e auricolari per migliore ascolto.
Percorso facile adatto a tutti
Durata del Percorso: Un’ora e trenta massimo un’ora e quaranta minuti
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Nel Profeta Abacuc, di Donatello collocato nel Campanile di Giotto, emerge la tecnica del chiaroscuro che si nota soprattutto tra le pieghe del mantello. Donatello si ispira a un popolano: il volto infatti raffigura un uomo magro e calvo, lontano dai canoni di perfezione dell’arte classica e dai canoni decorativi del gotico poiché punta più all’espressività del personaggio che presenta lineamenti contratti fatti a posta per far comprendere la sua sofferenza e la sua miseria.
Il banchetto di Erode è una formella bronzea realizzata da Donatello (in collaborazione con Ghiberti e Jacopo della Quercia) in occasione del fonte battesimale del Battistero di Siena. Pone la sua attenzione sia nella prospettiva che nel singolo personaggio. In primo piano a sinistra vi è un servo inginocchiato che offre a Erode la testa mozza di S.Giovanni Battista. Il vecchio sovrano è rappresentato disgustato, come gli altri partecipanti, dalla vista e quindi in procinto di ritrarsi in modo da creare un vuoto al centro della composizione e un senso di profondità e di realismo mai visti prima in un bassorilievo.
Vi è un intenso gioco di luci e ombre, nello sfondo un succedersi geometrico di archi, ma ciò che contribuisce a dare rilievo alla scena è l’impiego di un secondo punto di fuga prospettico.