Per tutti i nostri soci abbiamo avuto la possibilità di visitare un luogo magico in apertura straordinaria

NUOVA DATA DA STABILIRE

(il percorso è stato eseguito il sabato 29 febbraio 2020)

Si tratta del Laboratorio di Restauro che è a Villa La Petraia a Sesto Fiorentino.

Visiteremo insieme ai restauratori gli ambienti del laboratorio i manufatti lignei, marmorei, e la Villa Petraia dove ci verranno illustrati alcuni restauri eseguiti su mobilio, affreschi e marmi della villa, le tecniche e tanto altro.

Il percorso sarà guidato dai docenti esperti responsabili di restauro

La Scuola Professionale Edile e CPT di Firenze, ha i suoi laboratori situati all’interno della Villa Medicea della Petraia e di Castello.

Nel settore della conservazione e del restauro dei Beni Culturali collabora strettamente col mondo della ricerca operando  a livello nazionale e internazionale, nel settore della conservazione e restauro dei Beni Culturali.

PRENOTAZIONI E ULTETRIORI INFOMAZIONI:

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Ringraziamo i docenti della Scuola Professionale EDILE e CTP di Firenze, per la visita ai laboratori di Villa la Petraia, per la loro disponibilità e professionalità.

Breve storia del Laboratorio di Restauro:

Conservare manufatti artistici è una pratica assai antica.

Lavori di manutenzione e di adattamento delle opere d’arte erano già in uso nell’antichità classica.
In Grecia, dove l’arte era considerata imitazione della Natura e della sua perfezione, qualsiasi manufatto dell’uomo che si presentava in condizioni degradate poneva l’incombente necessità di ripristinarne l’unità per ristabilire nel monumento un rapporto simpatetico con la natura e con la divinità. Restauro quindi sentito come funzionalità spirituale.
Nella Roma antica restaurare significava riparare ma anche rinnovare o rifare in forme più grandiose, in base al gusto o alle esigenze del momento. Il fine era sempre quello d’esaltare e perpetuare nella memoria il potere e la grandezza del popolo romano.

Con la fine dell’Impero Romano i cambiamenti politici e religiosi determinarono nuovi atteggiamenti nei confronti dell’arte e del restauro che divenne espressione esclusivamente religiosa, del volere di Dio sulla terra. Le manifestazioni artistiche del mondo antico, pagano e politeista vennero distrutte o radicalmente modificate.

I primi lineamenti di un’ideologia di restauro,

come salvaguardia di un patrimonio del passato, si manifestarono nella seconda metà del XV sec., in un momento in cui si ebbe piena consapevolezza dell’intelligenza dell’uomo che, con l’aiuto di Dio, scruta, conosce, domina la realtà. L’arte dunque come manifestazione della mente umana. E in base a questo concetto si tese a salvaguardare le espressioni artistiche dell’antica Roma esaltata per la perfezione raggiunta tramite le capacità e le azioni dell’uomo.
L’atteggiamento generale del “restauro” in questo periodo comprese rifacimenti, completamenti e rinnovamenti adattando sempre alle esigenze contingenti (politiche, culturali e religiose); una concezione che si manifestò anche sulle opere di artisti medioevali o addirittura contemporanei.
Ma non esisteva ancora il restauro come mestiere e chi restaurava era innanzitutto artista/pittore che difficilmente si tratteneva da qualche ridipintura.

Il Vasari, nelle sue “Vite”,

commentando “sarebbe meglio tenersi alcuna volta le cose fatte da uomini eccellenti più tosto mezze guaste, che farle ritoccare da chi sa meno” ci rivela una sensibilità nuova nella conservazione dei dipinti e anche se si erano già consolidate certe abitudini conservative, alcuni interventi e specialmente le ridipinture cominciarono a proporre la loro legittimità. Siamo comunque ormai davanti ad una coscienza della maniera come sistema per costruire le immagini con tutte le implicazioni sull’unità ed omogeneità necessarie in un intervento che modifichi o risarcisca un dipinto che si possono annoverare tra i presupposti necessari perché il restauro assuma una fisionomia diversa dalle normali attività di un pittore.
Un altro segnale della nuova sensibilità per la conservazione delle opere d’arte si incontra nei molti casi di trasporto di pitture murali eseguiti inizialmente con tutto il muro allo scopo di salvare il manufatto dalla distruzione

Servizio fotografico: Silvano Cinelli di Pubbliphoto

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