IL CASTELLO DI SAMMEZZANO E’ CHIUSO DA QUASI DIECI ANNI E NON E’ VISITABILE

CON LA NOSTRA ASSOCIAZIONE, PER I NOSTRI SOCI Abbiamo realizzato nel passato, alcune visite guidate ad uso esclusivo degli stessi. Le ultime visite risalgono all’ultima apertura del Castello e cioè a maggio e giugno del 2015.

Riproporremo l’evento con delle visite guidate all’interno di questo particolarissimo Castello se in futro dovesse riaprire.

 

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Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario del Castello di Sammezzano, sosteneva che la bellezza va difesa e condivisa, questo è uno dei motivi per i quali Marginalia si fa portavoce di tante visite guidate anche in luoghi spesso dimenticati. Uno di questi è appunto il Castello di Sammezzano.

 

 

Un po’ di storia

Il castello di Sammezzano, circondato da un ampio parco, si trova nell’omonima località nei pressi di Leccio nel comune di Reggello in provincia di Firenze

L’edificio principale è una costruzione eclettica in stile moresco ed è stata edificata nel 1605 per volere della famiglia Ximenes d’Aragona. La storia del luogo è però più antica e viene fatta risalire all’epoca romana. Lo storico Robert Davidsohn, nella sua Storia di Firenze, afferma che nel 780 potrebbe esserci passato Carlo Magno di ritorno da Roma, dove aveva fatto battezzare il figlio dal Papa.

 

La tenuta

di cui fa parte il castello, appartenne nei secoli a diverse importanti famiglie. Gli Altoviti, poi, per volere del Duca Cosimo, a Giovanni Jacopo de’ Medici. Quest’ultimo la vendette a Sebastiano Ximenes. Tali beni restarono alla famiglia Ximenes d’Aragona fino all’ultimo erede, Ferdinando, che morì nel 1816.

In un cabro redatto dall’ingegnere Giuseppe Faldi nel 1818 il castello appare come una struttura di consistente volumetria. Vi era anche un bastione e scalinata d’entrata, nella parte opposta a quella delle attuali scale di accesso. Oggi non c’è più traccia. In seguito ad un lungo processo relativo al testamento di Ferdinando Ximenes, i beni, il nome. Lo stemma ed i titoli della famiglia Ximenes d’Aragona. Nonché la vasta tenuta di Sammezzano passarono al primogenito di Vittoria, sorella di Ferdinando, e moglie di Niccolò Panciatichi.

La riprogettazione dell’Ottocento

Successivamente passò in eredità a Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona. Lo stesso lo riprogettò tra il 1853 e il 1889. In circa quaranta anni il marchese progettò, finanziò e fece realizzare il parco e il castello di Sammezzano. Il più importante esempio di architettura orientalista in Italia. Tutti i mattoni, gli stucchi, le piastrelle furono realizzate “in loco” con mano d’opera locale adeguatamente istruita. Sull’onda della corrente culturale definita “Orientalismo” che si diffuse in tutta Europa dall’inizio dell’Ottocento. Si vide in Firenze uno dei principali centri di questa cultura. Ferdinando iniziò a modificare la struttura esistente e realizzare nuove sale. la Sala d’ingresso nel 1853, nel 1862 il Corridoio delle Stalattiti. La Sala da Ballo nel 1867 fino alla Torre centrale che riporta scolpita la data del 1889.

Nel corso del 1878  ospitò anche il re d’Italia Umberto I

 

Nel dopoguerra

è stato adibito a hotel di lusso. Nonostante la vendita all’asta del 1999 e alcuni urgenti lavori di restauro, è in stato di abbandono. Nell’aprile 2012 si è costituito un comitato che ha tra le proprie finalità quella di promuovere e valorizzare il castello di Sammezzano. Nell’ottobre 2015 il castello è stato nuovamente messo all’asta a causa del fallimento della società italo-inglese che lo acquistò nel 1999; questa, con base di 20 milioni di euro è andata due volte deserta

Nel 2015 è stato ambientazione d’interni per il filmil racconto dei racconti , diretto da Matteo garrone

In esso vi è stato girato il video della canzone “Ora o mai più (Le cose cambiano)” di Dolcenera, giunta quindicesima al Festival di Sanremo 2016.

 

Il parco

Il parco, tra i più vasti della Toscana, venne fatto costruire a metà dell’Ottocento da Ferdinando Panciatichi. Sfruttando terreni agricoli attorno alla sua proprietà e unaragnaia di lecci. Vi fece piantare una grande quantità di specie arboree esotiche. Vi troviamo infatti sequoie e altre resinose americane. L’arredamento architettonico fu realizzato con elementi in stile moresco quali un ponte, una grotta artificiale (con statua di Venere), vasche, fontane e altre creazioni decorative in cotto.

 

 

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