Gli artigiani di qua e di là d’Arno

NUOVE DATE DA STABILIRE

Ritrovo  in Piazza Santa Maria Novella davanti all’ingresso principale

Marginalia propone un percorso di trekking urbano tra le botteghe degli artigiani nei quartieri più caratteristici di Firenze.

 

C’è un cuore pulsante nella città di Firenze ancora vivo e fatto di antichi saperi.

Sono le botteghe artigiane, moltissime ancora sul territorio che portano avanti il loro mestiere 

tramandato di padre in figlio, di generazione in generazione. 

Entrare in una bottega e avere l’opportunità di ascoltare un’artigiano che racconta il suo lavoro 

è come tornare indietro nel tempo a una cultura spesso dimenticata, ma di cui siamo figli: 

dall’arte del bronzo, alla lavorazione di gioielli in resina, alla tecnica della carta marmorizzata, all’arte antica delle acque forti.

Con questa iniziativa vogliamo contribuire alla conoscenza di un’ affascinante realtà: una presenza culturale e produttiva che riteniamo patrimonio di tutti.

 

Quota di partecipazione Per gruppi in Italiano di almeno 10 persone € 12:00 a persona

Per gruppi inferiori delle 10 persone sono comunque 120,00 euro da risuddividere nel gruppo

Noleggio auricolari € 1,00 a persona

In lingua inglese e altre lingue straniere i percorso guidato avrà un costo di € 150,00 a persona.

Sarete tutti muniti di Radio con auricolari per migliore ascolto della guida durante gli spostamenti

Chi fosse in possesso dei propri auricolari del telefono se li porta ci farà piacere quelli con spinotto tondo

Durata  2 ore e trenta minuti max 3 ore

Percorso facile pianeggiante

Tutte le nostre iniziative sono rivolte ai soci e amici di Marginalia Associazione Culturale

 

PRENOTAZIONI e ulteriori informazioni  alle seguenti mail:

visiteguidate@associazionemarginalia.org

Whatsapp 366 4475991

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Alcuni cenni storici su gli artigiani

Nell’alto medioevo la città “oltre l’Arno” si ingrandì e divenne via via sempre più importante: nella Piazza di Santa Felicita si teneva un mercato, e nel XIII secolo la potente famiglia Mozzi costruì nell’odierno quartiere di San Niccolò un palazzo che per molti anni fu il più grande della città. Altre famiglie nobili costruirono in Oltrarno torri nella fascia compresa fra Via Santo Spirito e Via dei Bardi: alcune di esse sono ancora oggi riconoscibili, molte sono state demolite o inglobate in edifici successivi. Sul “monte” di San Miniato fu costruita nell’XI secolo la chiesa di San Miniato al Monte. Fra il Ponte Vecchio e Porta Romana nacquero numerosi “ospedali” per l’alloggio dei pellegrini diretti a Roma attraverso l’attuale Via Romana, e due nuovi ponti furono costruiti per consentire un migliore collegamento fra le due parti della città: il Ponte alle Grazie (1257, distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito con linee moderne nel 1957) e il Ponte a Santa Trinita (1252), più volte spazzato via dalle piene dell’Arno, anch’esso ricostruito dopo il secondo conflitto mondiale, con il progetto ” Dov’era com’era”.

La popolazione di Oltrarno

era allora composta soprattutto da semplici “ciompi” (“operai”, che nel 1378 si ribellarono per protestare contro le dure condizioni di vita cui erano sottoposti e incendiarono molte case in legno nella zona di Via Maggio), e da artigiani, che ancora oggi qui si trovano in grande numero; una profonda trasformazione di questa parte della città avvenne sul finire del XV secolo, quando ricche famiglie di mercanti e nobili iniziarono a costruire palazzi in varie parti di Oltrarno.

Quando i Medici nel 1550

si trasferirono proprio in Palazzo Pitti, la piazza antistante il palazzo, la vicina Via Maggio e altre strade dell’ Oltrarno assunsero grande importanza, e vi sorsero altri palazzi di famiglie della corte medicea: ancora oggi passeggiando per Via dei Serragli, Via Santo Spirito o Via San Niccolò si possono trovare splendidi palazzi rinascimentali, poco conosciuti ma non meno belli di quelli situati sull’altra riva dell’Arno. La presenza dei Medici e della maggiore nobiltà cittadina diede ulteriore impulso all’artigianato artistico in Oltrarno: le famiglie di corte volevano ornare le proprie residenze nel modo più ricercato e necessitavano di un gran numero di incisori, mosaicisti, intagliatori, doratori, ofari, argentieri e fabbri capaci di creare vere e proprie opere d’arte.

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