Arte e letteratura in giardino
Arte e letteratura in giardino
sono varie e numerose le proposte che Marginalia ha rivolto negli anni e continua a rivolgere al proprio pubblico.
Fra le tante, musei, gallerie d’arte, trekking urbani alla scoperta di luoghi insoliti, percorsi teatralizzati, conferenze di specialisti nei vari settori. Marginalia ha tentato, anche negli ultimi e difficilissimi mesi, di rispondere sempre con un “sì, però…” ai tanti “no” che, necessariamente ci sono stati imposti. Visite guidate all’aperto e con l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, nel rispetto dei regolamenti anti- Covid, aperture straordinarie di meravigliosi luoghi di culto, e, nei periodi di maggiore allerta, incontri e conferenze on-line.
Ancora nell’ottica di voler rispondere positivamente e propositivamente al periodo storico che stiamo attraversando,
Marginalia presenta, per la prossima primavera-estate 2020-2021,
il progetto “Arte e letteratura in giardino”.
Si tratterà di un ciclo di incontri, che avrà inizio appena possibile e dedicati ad una serie di personaggi che, malgrado si siano trovati a vivere situazioni difficili, come un’epidemia, la guerra, la persecuzione o l’esilio, sono riusciti a fare qualcosa di grande per cui ancora oggi sono ricordati.
I personaggi di cui parleremo appartengono indifferentemente al passato, più lontano o più recente, ma anche a tempi vicini al nostro, o, perché no, alla contemporaneità. Ogni incontro sarà dedicato ad uno di essi. Ricorderemo la sua biografia e le sue opere che siano esse letterarie, artistiche, di scienza o anche, semplicemente, di vita.
Nel primo incontro, vorremo parlare di un uomo che più di ogni altro, a nostro parere, può essere rappresentativo del progetto e anche del periodo che stiamo vivendo:
Giovanni Boccaccio, che, in un momento di grande e generale difficoltà dovuta ad una delle più grandi epidemie di peste che si possa ricordare, decide di fare quello che oggi, per il periodo che stiamo vivendo è una delle cose più sensate da fare, ovvero ritirarsi in quarantena. Lui lo fa con un gruppo di giovani, ragazzi e ragazze.
Oggi giorno, in quarantena, abbiamo fatto e visto fare di tutto: chi cucina, chi fa le pulizie di fondo e restaura la casa, chi sistema il giardino, chi legge, chi guarda serie TV. Qualcuno ha condiviso le proprie attività sui social network cercando di costruirne una narrazione. Boccaccio ha reagito proprio in questo modo: costruendo una narrazione.
Non sui social, ovviamente, ma creando una socialità con i suoi compagni, attraverso il racconto di quelle novelle, che poi sono diventate l’opera che noi tutti conosciamo, il Decameron. L’arte della narrazione lenisce i mali, sembra dirci il Boccaccio. Ci porta altrove, lontano da quello che in quel momento e in questo momento è la realtà. Ci permette di divagare, di elevarci ad altri e più alti orizzonti ed al tempo stesso di socializzare e stare insieme, riflettendo su temi di interesse comune, ma anche ridendo e scherzando. E dunque, perché non sfruttarla, proprio come ha fatto lui, oramai sette secoli or sono? Dopo tutto, non siamo certo i primi a cui tocca di vivere un momento storicamente difficile.Si tratta di corsi e ricorsi storici.
Pensiamo oltre a Boccaccio, a Dante, che da un esilio forzato e sofferto tirò fuori la Divina Commedia. A Lorenzo il Magnifico, che non si chiamò Magnifico a caso, ma perché era di animo grande.
Dopo aver visto il fratello soccombere a ben diciassette coltellate, durante la Santa Messa di Pasqua, per opera della famiglia dei Pazzi, supportata dal Papa e dal Re di Napoli, grazie ad un utilizzo sapiente e strategico dell’arte e della cultura riesce pacificamente a ristabilire gli equilibri.
Ma pensiamo anche alle donne e alla loro forza. Vogliamo fare cenno, in questo breve scritto, a due donne che hanno vissuto il nostro tempo.
La prima, Maria Luigia Guaita, che non si è mai arresa, per tutta la sua lunghissima vita. La guerra, vissuta da partigiana, uno scandalo in cui rimase coinvolta e l’alluvione. Nulla l’ha fermata nel suo progetto di creare, dal nulla, la stamperia d’arte “Il Bisonte”. Una donna caparbia, che risponde con l’amore, costante e indefesso per l’arte, alle difficoltà della vita.
La seconda, Margherita Hack, una signora scomparsa piuttosto recentemente. Lei l’arte la vedeva nelle stelle. Riusciva a rendere semplicissimi, concetti difficilissimi, con una capacità divulgativa, anche, diciamolo, un pò scanzonata, fuori dal comune. Con convinzione ha sempre combattuto la sfiducia della società e del mondo accademico nei confronti del ruolo della donna nelle scienze.
Di questi e di molti altri personaggi vorremmo parlare insieme nel tentativo di creare una narrazione che possa aiutarci, tutti, a vivere nel modo più positivo possibile, il momento storico che stiamo passando, certamente non roseo.
Gli incontri saranno organizzati in presenza, ovviamente, in diverse locations all’aperto: il giardino dei granduchi a Porta Romana, il Bobolino, il Parco della Rimembranza vicino San Miniato Le Cascine di tavola ed in altri luoghi che comunicheremo. Invitiamo i partecipanti a venire provvisti di una sedia da campeggio, per poter ascoltare più comodamente.- non est ad astra mollis e terris via – L. A. Seneca (non esiste alcuna via semplice dalla terra alle stelle).
DATA DA DEFINIRE
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