A NATALE REGALA L’ARTE, REGALA LA BELLEZZA, CON MARGINALIA

La nostra Associazione propone a tutti i soci e gli amici di pensare ad un regalo diverso per questo Natale. Regalando una visita guidata con Marginalia, non solo contribuirete al sostegno della nostra Associazione, ma sopratutto a condividerete con amici e parenti bellezza e armonia.

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A NATALE REGALA L’ARTE REGALA LA BELLEZZA!

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L’arte e la bellezza fanno bene alla salute e ci rendono più felici

Articolo tratto da PENSALLASALUTE Giornale On Line Web TV

Andare al museo, alle mostre, ai concerti sono attività che hanno a che fare con i circuiti neurotrofici che sostengono la salute del cervello e bloccano l’attività nociva dei mediatori dell’infiammazione, in particolare del cortisolo che “fa danni” quando siamo sotto stress. Non a caso, lo stress è stato recentemente definito come la malattia del nuovo secolo. Molte delle malattie croniche tipiche della società moderna sono in parte legate al nostro stile di vita.

È per questo che la partecipazione culturale si associa non solo a un prolungamento dell’aspettativa di vita, ma anche a un effetto preventivo delle principali patologie degenerative, tra cui il morbo d’Alzheimer.

È stato visto, anche tramite tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale, che l’arte stimola le aree coinvolte nella sensazione di ricompensa e benessere. Senz’altro quindi, questa stimolazione genera una risposta biochimica e la messa in circolo dell’ossitocina che è l’ormone dell’amore e dello stare bene con gli altri. Rimanere incantati davanti a un dipinto è un po’ come innamorarsi.

Si stabilisce quindi quasi una relazione fra l’osservatore e l’opera d’arte?

Non solo. Quando siamo in un museo o a un concerto, non è solo il bello a farci stare bene. È anche la condivisione del bello. Il fatto che altre persone intorno a noi provino anch’esse la stessa bellissima sensazione fa entrare in gioco i cosiddetti “neuroni specchio” (importante scoperta dell’Italiano Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma ), grazie ai quali tendiamo a metterci nei panni delle persone che ci stanno vicino e a vivere le loro stesse emozioni e azioni come se fossimo noi stessi, in prima persona, a eseguirle. Se vediamo che una persona è contenta anche il nostro cervello attiva delle aree che sono legate alla contentezza.

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