DOMENICA 28 MARZO ORE 16,00 L’Associazione Culturale Marginalia, propone una passeggiata alla scoperta dei tabernacoli in Oltrarno spesso dimenticati, a volte restaurati, spesso sconosciuti.

Ritrovo in Piazza Santo Spirito Ore 15,50 angolo via Sant Angostino dove c’è la statua di Cosimo Ridolfi.

Necessario l’utilizzo delle mascherine

Tutti i partecipanti saranno microfonati

Durata del percorso un’ora e 30 ca

Quota di partecipazione comprensiva del servizio radio con auricolari usa e getta € 11,00 a persona.

Se qualcuno di voi fosse munito di auricolari del telefono, quelli con la spina tonda, vi saremo grati di portarli.

PRENOTAZIONI OBBLIGATORIE scrivendo un whatsapp al 366 4475991

oppure inviando una mail a: visiteguidate@associazionemarginalia.org

Il percorso proposto

ha il valore della conoscenza di queste opere. Siamo convinti che l’identità della città sia preservata anche salvando esempi di “public art”. Ossia arte pubblica, fruibile da tutti poiché non conservata in un museo. Proprio perché collocati all’aperto però, i tabernacoli, hanno bisogno di una cura maggiore. Affinché possano continuare a raccontare il valore culturale di Firenze anche nel futuro. Per questo siamo felici di proporvi questi itinerari. Già gli antichi romani collocavano lungo le strade tempietti con immagini sacre protettrici della casa o dei viandanti. L’usanza continuò anche dopo l’affermarsi del Cristianesimo.

A Firenze, in particolare,

questa forma di architettura religiosa ebbe forte importanza a partire dal 1200, per effetto della lotta contro gli eretici patarini: i cattolici, sotto la guida di Pietro da Verona, combattevano l’eresia non solo con la predicazione, ma anche ponendo immagini sacre agli angoli delle strade, sulle case, sulle botteghe e sugli edifici pubblici. Le immagini all’inizio erano mobili e raffiguravano quasi esclusivamente la Madonna, ma ben presto divennero fisse e già agli inizi del 1300 ritraevano molti soggetti diversi. Davanti a questi tabernacoli si tenevano spesso funzioni religiose, e una volta terminate le preghiere venivano accesi dei lumini che testimoniavano anche di notte la fede degli abitanti – e illuminavano le strade. Durante la peste del 1348 alcuni tabernacoli furono provvisti di un vero e proprio altare: per diminuire i rischi di contagio si preferiva celebrare la messa all’aperto anziché dentro le chiese.

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